A quanto pare, in Europa ci posizioniamo al terzultimo posto per quanto riguarda la pirateria dei software: sotto di noi, invece, si sono piazzate Cipro e Grecia! Questi dati fanno sicuramente preoccupare il settore dell'informatica, anche se va detto che i dati ottenuti ad oggi sembrano essere leggermente migliorati rispetto a diversi anni fa.
Più precisamente, il miglioramento vi è stato tra il 2007 ed il 2015, anni in cui il fenomeno della pirateria sembra essere leggermente calato. Secondo il comitato locale dell'associazione internazionale per la tutela della proprietà intellettuale nel software noto pure come BSA Italia, nel 2007 la percentuale connessa all'illegalità era pari al 49%, mentre che quattro anni dopo si è abbassata al 47%; successivamente, altri due anni dopo, si è abbassata nuovamente, arrivando a toccare la percentuale del 45%.
Nel complesso, quindi, il BSA Italia ha confermato che vi è stato comunque un discreto miglioramento, ma si tratta comunque di numeri che restano comunque abbastanza bassi se paragonati pure con agli altri paesi. Ma chi è il vero responsabile della pirateria dei software?
Dai controlli che sono stati effettuati emerge che, molto spesso, non sono le semplici persone a contribuire all'illegalità dei software, bensì sono pure le aziende che si comportano scorrettamente. Molte di queste, difatti, compiono pirateria informatica senza rendersene conto.
Addirittura, di recente, la Guardia di Finanza aveva fatto un controllo tra 116 aziende ed aveva scoperto che 71 di queste non erano in una posizione regolare. I prodotti risultati irregolari erano ben oltre i 1200 e, inoltre, non vi era una differenza a livello geografico per il reato. Lo stesso presidente della BSA Italia, Paolo Valcher, ha raccontato che gli imprenditori che si comportano in modo irresponsabile si ritrovano poi a dover rimediare alla loro posizione pagando un'ammenda: si tratta del costo raddoppiato per la licenza del software ed inoltre il costo per il procedimento penale. Insomma, una cifra davvero molto importante che, sicuramente, è meglio risparmiare ed investire in qualcos'altro.
La cosa che fa di più preoccupare, però, è che molte persone non sono assolutamente a conoscenza del fatto che la pirateria software sia un reato perseguibile. Difatti, secondo i dati raccolti, pare che il 22% non ne fosse a conoscenza, la maggior parte non riteneva che questo fosse un reato e solo il 14% condannava per l'appunto il reato. Insomma, se da una parte c'è la mal informazione, dall'altra molte persone ignorano volutamente che la pirateria dei software informatici esiste e che va combattuta.
Più precisamente, il miglioramento vi è stato tra il 2007 ed il 2015, anni in cui il fenomeno della pirateria sembra essere leggermente calato. Secondo il comitato locale dell'associazione internazionale per la tutela della proprietà intellettuale nel software noto pure come BSA Italia, nel 2007 la percentuale connessa all'illegalità era pari al 49%, mentre che quattro anni dopo si è abbassata al 47%; successivamente, altri due anni dopo, si è abbassata nuovamente, arrivando a toccare la percentuale del 45%.
Nel complesso, quindi, il BSA Italia ha confermato che vi è stato comunque un discreto miglioramento, ma si tratta comunque di numeri che restano comunque abbastanza bassi se paragonati pure con agli altri paesi. Ma chi è il vero responsabile della pirateria dei software?
Dai controlli che sono stati effettuati emerge che, molto spesso, non sono le semplici persone a contribuire all'illegalità dei software, bensì sono pure le aziende che si comportano scorrettamente. Molte di queste, difatti, compiono pirateria informatica senza rendersene conto.
Addirittura, di recente, la Guardia di Finanza aveva fatto un controllo tra 116 aziende ed aveva scoperto che 71 di queste non erano in una posizione regolare. I prodotti risultati irregolari erano ben oltre i 1200 e, inoltre, non vi era una differenza a livello geografico per il reato. Lo stesso presidente della BSA Italia, Paolo Valcher, ha raccontato che gli imprenditori che si comportano in modo irresponsabile si ritrovano poi a dover rimediare alla loro posizione pagando un'ammenda: si tratta del costo raddoppiato per la licenza del software ed inoltre il costo per il procedimento penale. Insomma, una cifra davvero molto importante che, sicuramente, è meglio risparmiare ed investire in qualcos'altro.
La cosa che fa di più preoccupare, però, è che molte persone non sono assolutamente a conoscenza del fatto che la pirateria software sia un reato perseguibile. Difatti, secondo i dati raccolti, pare che il 22% non ne fosse a conoscenza, la maggior parte non riteneva che questo fosse un reato e solo il 14% condannava per l'appunto il reato. Insomma, se da una parte c'è la mal informazione, dall'altra molte persone ignorano volutamente che la pirateria dei software informatici esiste e che va combattuta.